“Gli indù immaginavano che la terra posasse su un elefante e l’elefante su una tartaruga e la tartaruga su un serpente, e per quanto possa sembrare irrilevante questa coincidenza, non è fuori luogo precisare che un fossile di tartaruga abbastanza grande da sostenere un elefante è stato scoperto in Asia non molto tempo fa. Confesso di avere un debole per la follia delle fantasticherie che trascendono l’ordine del tempo e dell’evoluzione. Sono i ristori più sublimi dell’intelletto. La pernice ama i piselli, ma non quelli che finiscono in padella insieme a lei.”
“Quanto è prossimo al bene ciò che è bello!
Io direi piuttosto:
Quanto è prossimo al bene ciò che è selvaggio!
La vita si fonda sul selvatico. Più si è selvaggi, più si è vivi. L a presenza di ciò che non è ancora sottomesso all’uomo rinvigorisce.”
(tratto da: Henry David Thoreau, Una passeggiata nel bosco, La Nuova Frontiera Edizioni. Traduzione dall’inglese di Tommaso Pincio. Illustrazioni di Rocco Lombardi)
Inizio con queste frasi tratte dal meraviglioso libro Una passeggiata d’inverno di Henry David Thoreau ( con le meravigliose illustrazioni di Rocco Lombardi ) una riflessione sul rapporto uomo/natura così spesso dimenticato oggi.
La nostra vita quotidiana fatta di corse, di stress, di “cose da fare” ha perso, ormai, il suo punto di riferimento primario che è Madre Natura.
Questo libro di Thoreau invece ci riporta a riconsiderare il nostro legame con Lei, a farlo di nuovo diventare punto essenziale delle nostre giornate, a farci capire che non possiamo non vivere nel presente, a non sprecarne un solo istante.
Dobbiamo assolutamente riconquistare la Quiete, immergerci nel verde, portare la nostra mente e il corpo alla meditazione, alla Purezza. Osservare e ascoltare il rumore di un ruscello, indovinare quale uccello ci dona il suono melodioso del suo canto, quale frutto strano possiamo riconoscere. Eppure basta una passeggiata, camminare sulle sponde, sulle rive, sui cigli dei pendii per sentire la vastità e l’immensità della Natura, farci travolgere dai colori cangianti delle stagioni, accogliere il freddo, il caldo, i colori tenui, quelli sgargianti, riferirli al nostro vivere, al nostro corpo che si adatta, si avvicina, si nutre di questo “pane”.
Raramente un libro mi sconvolge così tanto, mi fa fermare a riflettere su come basico è questo segreto di vivere. Io ve lo consiglio, vi sembrerà di essere vicino a Thoreau, come fosse un amico che ci è accanto in questa grande escursione naturale.
Maria Luisa Lamanna
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